Fondazione Leaf presenta il proprio standard di sostenibilità per gli accessori di lusso al Parlamento Europeo.

09 Mag, 2024

Una delegazione del CDA di Fondazione Leaf, realtà toscana con sede a Firenze, impegnata nella promozione della sostenibilità nel settore degli accessori metallici per la filiera della moda di lusso, ha presentato ad una rappresentanza di eurodeputati, in un meeting al Parlamento Europeo, lo standard di sostenibilità etica e ambientale “Leaf Hardware”

Leaf Hardware è frutto di un lavoro interno durato due anni, basato sul monitoraggio di aziende europee e asiatiche per risponde ad una specifica richiesta proveniente dal settore e colmare un vuoto esistente: prima di quello promosso da Leaf, infatti, non esisteva sul mercato alcuno standard di sostenibilità specifico per gli accessori metallici. Leaf Hardware è la prima esperienza nazionale e internazionale di questo tipo. Ed è nata in Italia, in Toscana per la precisione che è una delle regioni patria del distretto degli accessori di lusso, insieme al Veneto e alla Lombardia. 

La presentazione al Parlamento Europeo è stata l’occasione per confrontarsi insieme agli europarlamentari presenti sulla necessità di un approccio etico, sostenibile e trasparente anche nella filiera degli accessori di lusso, necessità percepita come urgente dagli stessi brand che, grazie a standard chiari, misurabili, direttamente comparabili e comprensibili come Leaf Hardware, possono certificare la loro sostenibilità di produzione senza rischiare fenomeni di greenwashing (ovvero comunicazioni di sostenibilità non chiare e corrette sui prodotti, a volte rilasciate dalle aziende inconsapevolmente per mancanza di regole oggettive e universali), che la stessa Unione Europea è attivamente impegnata a contrastare a tutela dei consumatori e di ciò che acquistano. E’ in questi giorni al vaglio del Parlamento la direttiva europea cd. Green Claims che fissa norme comuni che le imprese dovranno rispettare per garantire la veridicità delle proprie asserzioni ambientali. 

Leaf Foundation nasce anche nello spirito di combattere il greenwashing: “Sono molto soddisfatto di aver avuto la possibilità di presentare lo standard di Leaf al Parlamento Europeo portando all’attenzione degli eurodeputati presenti le osservazioni frutto del nostro lavoro – ha commentato Luca Cartocci, presidente di Fondazione Leaf  – Le imprese svolgono un ruolo chiave nella creazione di un’economia circolare e di una società sostenibile ed equa. Ma se da un lato le aziende sentono sempre di più l’urgenza di agire e di adottare azioni e modelli di lavorazione etici, responsabili e sostenibili, dall’altro non si può negare che tutto ciò abbia un costo economico non indifferente, talvolta non sostenibile. Senza contare che la crescente complessità e la natura globale delle catene di approvvigionamento rendono difficile per le aziende ottenere informazioni affidabili sulle operazioni dei fornitori. Ció – ha specificato Cartocci – rischia di generare l’effetto opposto dell’intento iniziale, trasformandosi in un disincentivo per le aziende o addirittura dando origine a fenomeni di greenwashing. Per questo lo standard di Leaf ha come obiettivo quello di mettere a disposizione anche delle aziende degli accessori di lusso criteri chiari e misurabili”.

Anche Mimma Dardano, membro del CDA di Leaf, ha ribadito nel suo intervento al Parlamento Europeo l’importanza di promuovere azioni sostenibili in un’opera di trasparenza e correttezza verso i consumatori finali anche a tutela di chi lavora dentro la filiera: “Circa il 4% del Pil del nostro Paese – ha detto –  è dato dal settore del lusso, con tutto ciò che questo comporta in termini di lavoratori e occupazione. Parlare di sostenibilità ha a che fare infatti con la parità di genere, con i diritti dei lavoratori, con modelli di equità sociale, oltre che con l’utilizzo delle risorse del pianeta. Ancora oggi il comparto moda è responsabile per circa l’8\10% dell’inquinamento dell’intero pianeta. Fondazione Leaf si è chiesta come poter essere davvero artefice di un cambiamento potendo anche contare su un consumatore sempre più attento e sensibile verso i temi della transizione verde. Abbiamo indirizzato il nostro impegno promuovendo uno standard basato su un metodo di analisi unico in Italia e fortemente scientifico, garanzia di trasparenza e correttezza anche verso il cliente ultimo”.

Per il futuro – ha concluso Luca Cartocci – Fondazione Leaf avrà come impegno massimo quello di cambiare il paradigma delle certificazioni, non più best practice ma massima focalizzazione sulla misurazione così da permettere alle aziende di misurare i propri impatti ambientali secondo regole condivise e al consumatore di potersi fidare degli standard di prodotto”.